La parola ambigua di oggi pare essere: #Costituzione
Sembra che la Corte d’Appello di Milano abbia motivato una sua recente sentenza con la seguente affermazione: “L’identità religiosa va garantita”.
Premessa: La Costituzione e le leggi basilari della democrazia, come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, prevedono che non vi sia discriminazione fra religioni, etnie, sesso, razza e altre diversità.
Qualche domanda per la Corte d’Appello di Milano:
- Esiste una lista di religioni che vanno garantite?
- Nel qual caso chi ha steso quella lista e dove si può reperire?
- Esiste per ciascuna religione un protocollo di simboli e comportamenti che devono essere garantiti?
- È possibile inventare nuove religioni e farle entrare negli elenchi di cui sopra?
- In assenza di leggi, elenchi e protocolli, è sufficiente un auto-certificazione, una dichiarazione del proprio principio religioso (o etnico, o razziale, ecc.) per ottenere la salvaguardia della propria diversità?
Per il principio transitivo implicito nell’eventuale sentenza della Corte d’Appello di Milano:
- Anche l’identità etnica va garantita?
- O sessuale, o razziale, e altre diversità vanno garantite?
- In caso positivo, anche ad esse si applicano le stesse domande di cui sopra.
Principi costituzionali:
- Se esiste un elenco di comportamenti religiosi, sessuali o etnici da garantire, sarebbero diversi da quelli garantiti dall’attuale sistema di leggi e norme vigente in Italia?
- Se esistessero elenchi e protocolli per regolare quanto sopra, non sarebbero questi i presupposti per discriminare, o al contrario per regolare, i comportamenti dei vari gruppi religiosi, razziali, sessuali o etnici?
Restiamo in fiduciosa attesa di chiarimenti per dipanare le ambiguità interpretative sul caso e sui principi della democrazia e della Costituzione.